Si sa che il freddo porta al raccoglimento.
La classica immagine di noi con il maxi maglione di lana e una tazza fumante in mano, affacciati alla finestra è stata vista e rivista nel catalogo Ikea degli ultimi venti anni e al tempo, già ci prendevi in giro.
Si rimane di più in casa e quando tira la tramontana, il cappello e la sciarpa lasciano visibili solo gli occhi e mi dico: “per fortuna! Poiché manca ancora un po’ di tempo per avere in bocca nuovamente i denti!”.
Ebbene, il 21 di settembre, in un colpo solo cadono e ricrescono il 21 di marzo.
E’ così da diversi anni e ancora nessuno è riuscito a dare una spiegazione valida.
E’ una problematica globale e nella sfortuna siamo stati colpiti tutti.
I primi anni è stato drammatico poi, ci siamo abituati.
Immagina di parlare senza denti o di sorridere, pensa al dispiacere e alla difficoltà sotto le feste natalizie nel non riuscire a mangiare il torrone bianco con le mandorle; poi un continuo sputare, ascoltare chi parla e non capirlo.
Sembriamo un branco di rincoglioniti.
Passato qualche anno, chi prima chi dopo, siamo arrivati alla conclusione che come ci si rinchiude in casa per il freddo, si rinchiudono anche le parole.
Se ne dicono pochissime, lo stretto necessario.
Se incontri una persona, hai tre possibilità per salutarla:
Un semplice inchino in stile orientale per buona educazione,
La Siva Tua dei Manu Samoa se vedi amici e amiche di vecchia data,
Balli la Macarena se vuoi dire ciao alla persona che ti piace.
Non mi dilungo di più nel descrivere queste convenzioni altrimenti dovrei redigere il
nuovo manifesto delle buone maniere con la scomparsa dei denti e non mi va.
Insomma, con questa storia dei denti parliamo pochissimo, il picco della vendita dei minipimer e dei frullatori è impennata, in televisione le trasmissioni di cucina girano tutte intorno alle vellutate e alle zuppe.
Inizialmente c’è stato un boom delle dentiere che addirittura erano decorate a piacimento, poi non sono andate più di moda, le persone anziane si sono sentite libere di non metterla e siamo tornati allo stato di partenza.
Soprattutto perché una nota azienda della Silicon Valley ha lanciato un prodotto rivolto ai pigri che non hanno voglia di cucinare. Si chiama Flebocasa, una roba da brividi, t’impiantano la farfallina con l’ago sul braccio e ti rifocilli con sacche di liquido. A me sembra una cosa poco rispettosa nei confronti di chi è costretto a farlo per motivi di salute.
Per non parlare di una famosa azienda che oltre a fare il dado si è messa a produrre pasticche alimentari.
750 gr di lasagna in capsule, coniglio alla cacciatora in compresse.
Non sai che casino è stato per i ristoratori per non parlare delle conseguenze intestinali (ti lascio immaginare) però le corde vocali e lo spirito in questi sei mesi di quarantena verbale si rigenerano come non mai.
I concerti vengono fatti dal 22 marzo al 20 settembre e ti posso garantire che i cantanti hanno la voce più bella e potente.
Pensa che già il primo anno, con la nuova fioritura dei denti che non ci saremmo mai aspettati, perché pensavamo non sarebbero più tornati, non ci fu un urlo di massa, ma poche parole sapientemente scelte rivolte a persone capaci di ascoltare.
Sai, quando ti raccogli pensi molto di più, analizzi le cose con calma, spari meno stronzate e la qualità della vita diventa prioritaria su ogni altra cosa.
In effetti, questa situazione per certi aspetti ci ha migliorato.
Pensa che i vicini di casa hanno smesso di urlare.
Inizialmente ho pensato che si fossero ammazzati a vicenda invece, qualche tempo fa, li ho incontrati sul pianerottolo e stavano sorridendo con gli occhi vivi.
Quando tu sei venuto qua trent'anni fa, la situazione era completamente diversa, oggi ci trovi così.
A questo punto ti consiglierei vivamente di tornare durante la caduta o la fioritura dei denti.
Il 21 settembre c’è la sagra del frullatore silenziato e su tutte le vie della città c’è chi frulla ortaggi, estrae la frutta e shakera il gelato con il latte.
Il 21 marzo, invece c’è la sagra della pizza musicata.
E’ bellissimo sentire concerti in giro per la città e mangiare la pizza mentre ci si guarda e si parla con delicatezza.
Ricordi quel giorno che ti ho portato a visitare il lago vicino casa?
Sotto i salici piangenti mi dissi che in fondo noi esseri umani siamo come le piante.
Io scoppiai a ridere e ti paragonai a un telecomando perché gli alieni li ho sempre immaginati fatti di plastica e luce al neon.
Adesso che ci ripenso, con la caduta e la fioritura dei denti, mi sento di darti ragione.
Ti abbraccio forte, senza denti!
Giulia
Questo esercizio l’ho fatto durante la quarantena seguendo la pagina di @Prontuarioscrittura ed è tratto dal libro di Anna Maria Testa
MINUTI scritti 12 esercizi di pensiero e scrittura
edito Rizzoli E T A S
Chiudo questo venerdì ricordandovi che in libreria potrete trovare il secondo libro scritto e illustrato per Dalia Edizioni
SLò LA MAGIA DELLA LENTEZZA un libro per tutte le età, soprattutto per i grandi che vanno sempre di fretta.
Passate un buon fine settimana,
Giulia
Kommentare